TURBIGO – Un anno fa, nel luglio 2019, dopo l’erezione del ponteggio, sono iniziati i lavori di pulitura e ripristino della cappella della Madonna a cura di un magister che ha lavorato – prima del coronavirus – ogni giorno con il caldo torrido nelle operazioni di pulitura e sanificazione della cappella che fu inondata dall’acqua ai tempi in cui mancava la tenuta delle finestre soprastanti. Dopo un anno abbondante di lavori – fermati dal coronavirus nei mesi di marzo/maggio 2020 – la ripresa e il completamento nel mese di settembre.
LA CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO.
La cappella della Madonna è la prima entrando a sinistra. Subì un ‘restauro’ negli anni Cinquanta del secolo scorso, intervento dilavato dall’acqua che si infiltrava dalle finestre. Da qui l’intervento di sanificazione realizzato. con qualche migliaia di euro, in onore di questi due Santi Martiri la cui vita è già documentata nella Legenda Aurea di Jacopo daVaragine del XIII secolo.
Secondo la tradizione, i fratelli gemelli Cosma e Damiano nacquero a Egea, nella provincia romana di Cilicia, nel III secolo d. C.. Primogeniti di una agiata famiglia, rimasero orfani del padre, martirizzato per la sua fede cristiana e crebbero sotto le cure della madre. Appresero l’arte medica nei centri più prestigiosi del tempo (Antiochia in Siria, Pergamo in Turchia ed Alessandria d’Egitto) e in seguito esercitarono la professione medica con grandissima competenza, offrendo gratuitamente il loro servizio. Per tale ragione meritarono l’appellativo di anàrgiri (letteralmente senza argento, ovvero senza guadagno).
Durante la feroce persecuzione contro i cristiani decisa da Diocleziano nel 303 furono arrestati e poi decapitati. Martirizzati nel nome di Cristo, i Santi continuarono ad intercedere con guarigioni miracolose presso i malati. Presso i latini la loro festa ricorre il 27 settembre.
A Roma, a lato della Via Sacra – nel VI secolo, al tempo del Papa Felice IV – fu eretta una sontuosa basilica il cui catino absidale li glorifica con la scritta Spes certa salutis (speranza certa di salute). Da allora i luoghi di culto a loro dedicati si diffusero in tutto il mondo, da Oriente a Occidente. Patroni dei medici furono invocati quali protettori degli ospedali.
Infine, nella prima metà del XV secolo a Firenze Cosimo il Vecchio della famiglia dei Medici, elesse i Santi ‘protettori’ della propria famiglia: conseguenza di ciò fu che molti dei maggiori artisti fiorentini del Rinascimento li raffigurarono nelle loro opere, spesse volte con gli strumenti della loro professione: cassetta da chirurgo, mortaio da farmacia, scatola di unguenti, vaso per le urine. Eppoi la rappresentazione dei miracoli più famosi: quello della gamba nera, quello del serpente in bocca al contadino. Dipinti, miniature, reliquiari, incisioni, calendari, sono diffusi in tutto il mondo.