Finisce addirittura a Roma la frase razzista comparsa su un muro di Cuggiono ‘Bienati islamico di m…’ con la svastica al posto della s. Precisamente all’ufficio nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità. Un ufficio molto attivo che monitora costantemente i siti internet e i social a caccia di frasi razziste, xenofobe, islamofobiche. Purtroppo sempre più presenti sui social. Può destare stupore che un fatto accaduto in piccoli comuni della provoincia di Milano, tra Cuggiono e Magenta, arrivi sul tavolo di un ufficio della presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma non è così. Nessuno ha segnalato all’Unar la frase comparsa recentemente, a trovarla sono stati direttamente gli operatori. «La prassi in questi casi è quella di contattare il Comune dove sono comparse le scritte e chiedere all’ufficio tecnico che provveda alla loro rimozione al più presto – spiega Ejaz Ahmad, operatore dell’ufficio UNAR di Roma – frasi del genere possono essere viste dai bambini, suscitando sdegno e il nostro compito è che vengano quanto prima tolte dalla visuale”. La frase era rivolta al cuggionese Bienati in quanto socio fondatore del movimento La Nuova Italia. Partito che ha come finalità l’abbattimento di ogni discriminazione religiosa e razziale. Diverso il discorso per quanto concerne i commenti comparsi sui social a corredo di quella frase. Nella fattispecie il consigliere di maggioranza a Magenta Felice Sgarella, dopo una serie di commenti di altri utenti, aveva scritto «Non hanno tutti i torti» facendo partire l’immediata richiesta di dimissione da parte de La Nuova Italia. Richiesta che, ad oggi, non ha avuto risposta alcuna. A fronte di una eventuale richiesta di rimuoverlo, ben difficilmente facebook procederà ad accontentare il richiedente. “Il nostro obiettivo – conferma – è quello di lavorare per costruire una società che tenga alla larga ogni forma di razzismo. L’odio su facebook è una costante. Riceviamo tantissime segnalazioni e noi stessi indaghiamo per ricercare frasi di odio come quella comparsa a Cuggiono”. Da Facebook a Youtube, a Instagram a Twitter ai blog. Il lavoro di Unar è imponente e complesso. Bisogna far conto anche con le leggi. Unar, oltre a monitorare il web, assiste concretamente le vittime di discriminazioni, svolge inchieste, formula raccomandazioni e pareri, promuove la cultura del rispetto dei diritti umani. Chi avesse notizia di persone discriminate in qualsiasi forma visiti la pagina web di Unar e troverà tutti i riferimenti dove inviare una segnalazione.
Graziano Masperi