Le regole non sono uguali per tutti.
Ci sono attività che sono state letteralmente messe in ginocchio e questa appare una autentica ingiustizia. Ci sono categorie di lavoratori costrette a seguire le regole imposte dall’alto e persone che se ne fregano dei divieti come se nulla fosse. E’ giusta una situazione di questo tipo? Diremmo proprio di no.
Francesco Gornati di Cuggiono gira diversi mercati della zona e si occupa di tessuti e tendaggi. Il lunedì è a Magenta, il martedì e il venerdì ad Abbiategrasso, il mercoledì a Inveruno e il giovedì a Parabiago. È infuriato come tutti coloro che si trovano in questa situazione: “Siamo in zona rossa che ci ha costretto a fermarci completamente ed è così da tre settimane ormai – ha detto – I ristori promessi sono una farsa. Li hanno promessi a chi perde il trenta per cento del fatturato. Ma come deve avvenire tale perdita? Se subisco una perdita di 50mila euro la devo dividere per dodici mesi e dovrò prendere il 30 per cento che sono all’incirca mille euro”. Proprio oggi c’è stata una grande manifestazione di ambulanti a Torino. La categoria è in ginocchio e arrabbiata. Poche sono le categorie che sono state letteralmente bloccate. Da chi fa i mercati e che non è alimentare, le piscine, le palestre, i parrucchieri e pochi altri. Tutto il resto del reparto commerciale lavora. Per non parlare degli assembramenti.
Basta andare nelle piazze di tutti i paesi trovi gruppi di persone con la mascherina abbassata. Le regole non sono uguali per tutti e creano inevitabilmente arrabbiature che condividiamo.
Foto di repertorio