Munib Ashfaq e Francesco Maria Bienati sono stati ospitati dal comitato della chiesa ortodossa. Lo saranno di nuovo il prossimo 14 agosto, giorno della festa dell’indipendenza del Pakistan.
“Vi diamo il benvenuto nella chiesa ortodossa”, esordiscono.
La chiesa, in quella terra, risale al 1850 quando il Pakistan nemmeno c’era. Alcuni missionari cominciarono a pregare sotto una tenda. Poi cominciarono a pregare in una chiesa vicina. Nel 1912 la chiesa, che non è quella attuale, ma quella poco distante, venne costruita dai medici e dalle loro mogli perché sentivano la necessità di avere un luogo dove pregare. Erano di nazionalità scozzese Nel giro di un anno raccolsero le donazioni per avviare la costruzione, ma successivamente lasciarono il Pakistan. Il loro percorso però continuò grazie alla comunità ortodossa locale.
Inizialmente lo spazio era sufficiente visti i pochi fedeli. Poi i cristiano ortodossi aumentarono e nel 2010 cominciarono la costruzione della chiesa di Jalalpur Jattan. Fu il prete Ahmid ad avviare la costruzione nel 2010. Da allora sono passati ben 23 preti in quella chiesa. Come venivano raccolti i fondi? I soldi sono stati raccolti dalla comunità cristiana locale. “Nessuno ci ha aiutati – dicono – ma ci siamo riusciti lo stesso attraverso le donazioni”.
“Inizialmente le difficoltà nella raccolta fondi erano tante – aggiungono – Andavamo anche dai musulmani, soprattutto dalle persone che stavano bene economicamente. Ma molti cominciarono a ritenere poco corretto ricevere soldi da persone con le quali poi avrebbero trattato affari. Quindi al momento si va avanti con risorse proprie”.
La domanda che tutti si pongono però è quella scontata. Come vanno i rapporti tra comunità cristiana e musulmana? “Non ci sono mai stati episodi spiacevoli. sostengono – Nelle parti rurali accade qualcosa, ma qui la comunità musulmana conosce la comunità cristiana. Se qualcuno all’estero racconta di problemi è solo perché intende chiedere asilo politico”.
Quanto all’altra chiesa, quella vecchia, viene mantenuta perché considerata un simbolo. Ed è la stessa popolazione musulmana a volerlo. Un membro del comitato della chiesa ortodossa ricorda un episodio di tanti anni fa.
“Nel 1984 era operativa la chiesa vecchia. – racconta – Vicino c’è una moschea e li successe che in una giornata storica avvennero in contemporanea due celebrazioni, in chiesa e nella moschea. L’altoparlante trasmetteva la voce e un musulmano in moschea si lamentò delle voci che arrivavano dall’altra chiesa. Un altro disse subito che loro, i cristiani, avevano il diritto di pregare, anche usando l’altoparlante. Da quel giorno del lontano 84 non abbiamo mai più avuto problemi”.
La città è famosa anche per il suo ospedale costruito dalla comunità cristiana, un simbolo storico per il Pakistan. Era specializzato nelle malattie degli occhi. La comunità ortodossa è integrata nella città. Uno dei membri per un solo voto non è diventato sindaco. ”Siamo cresciuti tantissimo – dicono – Dio è uno ed è unico per tutti”.
La nostra video intervista ai membri del consiglio pastorale cristiano ortodosso di Jalalpur Jattan: