MOZZATE (Como) – Venerdì 12 novembre 2021 è proseguita la presentazione dei volumetti interessanti tredici Comuni della Bassa Comasca, convenzionati con la Fondazione Bellaria onlus di Appiano Gentile, curati da Giuseppe Leoni. Se c’è un carattere prevalente nella storia di questa fetta di territorio è che furono ‘Terre eminentemente monastiche’, nel senso che furono governate per secoli da monaci.
Mozzate oggi ha una popolazione di circa 9000 abitanti ed è attraversato dalla strada statale 233 (La Varesina) attraversa longitudinalmente il paese e venne costruita all’inizio dell’Ottocento. Fu chiamata così perché inizia all’Arco della Pace di Milano e conduce a Varese. A Mozzate è detta strà neuva perché sostituì la vecchia ‘Milanese’ di romana memoria che correva quasi parallela e metteva in comunicazione Milano con Lugano passando da Varese, mentre i due maestosi ‘piantoni’ ricordano i due secoli trascorsi dalla costruzione.
IL TOPONIMO. I nomi di paese (Mozzate, Nosate, Bernate, ecc,) derivano da nomi comuni. Il suffisso –ate indica proprietà, appartenenza. Così che Solbiate faceva parte, ai tempi dell’antica Roma, delle proprietà di un certo Salvius; Lentate a quelle di Lenta…
I primi insediamenti risalgono al tempo ‘golasecchiano’ (XII sec. a.C.). Gli stanziamenti degli Insubri – tra l’Adda e il Ticino – occupavano anche Mozzate e, a partire dal III secolo a.C., la presenza romana cominciò a farsi sentire. Ma la prima attestazione storica appare in un documento del 712, dove si legge che Liutprando, re dei Longobardi, concesse al Monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia numerosi possedimenti, tra cui appunto Mozzate e Veniano e tanti altri.
Dai Longobardi ai Franchi con Carlo Magno (Sacro Romano Impero) che modificò l’organizzazione del territorio sostituendo i duchi longobardi con marchesi e conti aventi giurisdizione su Marche e Contee. La marca Lombarda riuniva 13 Comitati (contee) tra cui quello del Seprio (884-1287).
Il contado del Seprio comprendeva 17 pievi, tra cui Appiano, all’interno della quale c’era Mozate castrum. Circondato da mura e fossato, situato su un lieve rialzo dove più tardi sorse il ‘Castello’, luogo dove venivano immagazzinate le decime in natura (acquisite dai Castiglioni) per difenderle dal brigantaggio, come abbiamo già visto nei casi di Bulgarograsso e Lurate Caccivio.
Terra eminentemente monastica è così denominata quella mozzatese del XIII secolo, dove possedevano gli Umiliati, il monastero di Torba, il convento di San Eustorgio dei Domenicani.
Nel 1183, con la pace di Costanza, Mozzate venne ceduta a Milano e lì rimase fino al 1262 quando rivendicò l’autonomia scontrandosi con la nascente Signoria Torriana che reagì inviando trecento balestrieri a distruggere la torre dell’antico castello.
Nel 1590 i fratelli Alfonso e Pompeo Cornaggia ricostruirono sul lato est del Castello demolito dai Milanesi, il primo nucleo della loro villa, oggi dei Cornaggia-Medici-Carena.
I LUOGHI SACRI – I PRETI Con la diffusione del Cristianesimo nelle campagne dell’Insubria (V sec.) vennero fondati, dalle famiglie nobili, degli oratori rurali quali S. Martino di Tours (citato per la prima volta nel 1174 e cancellato dalla storia nel 1927), S. Alessandro Martire, titolare della parrocchia e altri oratori campestri (S. Bartolomeo, che diventerà l’abbazia dei Verri; S. Pietro). Ogni comunità locale aveva il suo oratorio (S. Martino, Solaro) che era qualchecosa di più di una chiesa..
La parrocchiale di S. Alessandro Martire. L’attuale edificio fu innalzato alla fine del Cinquecento, sulle rovine del precedente. Nel giugno 2019, la caduta di un intonaco ha fatto affiorare alcuni quadri affrescati rappresentanti il Martirio di S. Alessandro, S. Girolamo e una Barca (iconografia molto antica, pescatori di anime) sulla quale i prelati si muovono nel mare dell’esistenza umana…
La parrocchia, modernamente intesa, nacque nella seconda metà del Quattrocento. Carlo Ortolani ha pubblicato in Aplanum – oltre alle piante cinquecentesche delle chiese – le note contenute nella ‘Visita Pastorale’: “Status personalis di messer prete Jo Antonio de Michelis, rettore della chiesa di S. Alessandro: Ha un putto di 14 anni quale lui medesimo dubita sia suo figliolo (…)
Per mille anni la Chiesa non si è occupò della vita sessuale dei suoi preti, poi ha incominciato a raccomandare una sola donna per finché stabilì delle regole per i consanguinei.. Al tempo ci si sposava davanti al notaio e non davanti al prete. Il ‘beneficio ecclesiastico’, in pratica le ‘risorse’ di cui poteva godere il ‘rettore’ della chiesa, venne abolito nel 1867 insieme ai canonicati, le cappellanie, i legati di culto, strumenti ritenuti desueti, ma che avevano alimentato la storia millenaria della chiesa. Giuseppe II (1780) e Napoleone (1805) portarono avanti la soppressione degli ordini religiosi (conventi), incamerandone i beni
L’AGRICOLTURA.“Sono circa trent’anni che la Casa Castiglioni, possidente in Mozzate (la superficie di Mozzate è di circa 1000 ettari, metà dei terreni coltivabili era dei Castiglioni, ndr) e in altri paesi, introdusse l’uso di far nascere le uova de’ bachi da seta colla stufa (…) Migliore è pure divenuto il metodo di potare i gelsi. E’aumentata la semina della rapa detta ‘ravettone’ (colsa) per caverne l’olio dai semi. Il pomo da terra (patate) da trent’anni si coltiva nei terreni vicini a Casa Castiglioni, ma ora diversi contadini lo piantano in campagna e se ne pianterebbero assai di più se non venissero rubati, giacché l’ingordigia dei fanciulli e la facilità di trasportarli invitano a tale furto. La Casa Castiglioni avendo acquistato a Mozzate una vasta brughiera (1039 pertiche) che unite ad altre permise la formazione di un bosco, iniziato nel 1780, ove avvi roveri di mezzo braccio di diametro (terreni umidi); ontani dette ‘onizze’ ne’ terreni anche asciutti, mentre i bovi al lavoro e le vacche a dar di latte) si comprano dagli Svizzeri, stante la scarsità de’ pascoli e stramaglie (…).
Attualmente nei boschi di Mozzate, diventato Parco della Regione Lombardia, continuano a prosperare abeti, larici e altre piante esotiche che segnano il tempo di Luigi Castiglioni, ma chi era il nobile Luigi Castiglioni (1757-1832). Infervorato dagli studi di storia naturale allora di moda (orti botanici) intraprese un ‘Grand Tour’ durato tre anni (1785-1787). In America, a guerra d’indipendenza appena terminata (1783), incrociò Thomas Jefferson (futuro presidente che sarebbe venuto in Italia) e George Washington. Osservò la realtà americana senza paraocchi, senza giudicare. Tocqueville ripercorrerà lo stesso tragitto mezzo secolo più tardi. E scriverà un libro indimenticabile, La democrazia in America che viene studiato ancora oggi nelle università italiane. Perché descrive un ‘paese nascente’, la loro democrazia. Ma registrò anche le pecche quando scrisse che gli afro-americani della Carolina meridionale sono considerati “una sorta di animali più prossimi alle scimmie”, mentre sulla questione indiana scrisse: “benché privi di educazione europea hanno naturale talento, sono coraggiosi …sono stati defraudati del terreno dai coloni europei, che avevano anche rubato le loro canoe, molestato le loro mogli, bruciato i loro villaggi e distrutto le poche piantagioni di granoturco”. La figura e l’opera di questo giovane studioso (ottenebrata da quella degli zii, Alessandro e Pietro Verri, animatori dell’illuminismo lombardo, che non mancarono di frequentare la villa di Mozzate) è stata riscoperta recentemente in una pubblicazione curata da Giovanni Di Capua e Luigi Saibene.
IL DISEGNO BOSCHIVO. I Mirabei erano boschi appositamente sistemati con piantagioni di abeti ed altre conifere, nei quali le famiglie nobili praticavano la caccia. La carta topografica del 1823, pubblicata, evidenzia bene il ‘disegno’ boschivo a raggiera, presente anche nel parco di Monza.
Nel corso del Settecento avvenne l’indebolimento delle autorità ecclesiastiche a tutto vantaggio di quelle nobiliari. La grande proprietà fondiaria passò nelle mani dei Maineri, Luini, Del Maino, De Riva, Castiglioni, Verri, Castelbarco, Dugnani, Carcano, Caimi, Luini, Lampugnani e, più tardi, i Cornaggia Medici Castiglioni, i Carena, i Bovara, i Litta Modigliani, i Giussani e i Rabbolinis.
I Cornaggia Medici Castiglioni sono gli unici arrivati sino a noi. La loro villa. Le origini della villa trovano ragion d’essere in quello che fu un edificio fortificato della famiglia Castiglioni, trasformato nel Cinquecento in un castello residenziale. Testimonianze settecentesche della villa di ‘delizia’ si trovano nelle corrispondenze di ospiti illustri come i Verri (imparentati con i Castiglioni),
membri della aristocrazia milanese, noti furono soprattutto Pietro, Alessandro e Giovanni Verri. Pietro è considerato tra i massimi esponenti dell’Illuminismo italiano. Giovanni, il più giovane, mondano e sfaccendato, fu il probabile padre naturale di Alessandro Manzoni. Fu lui a far innamorare la bella Giulia Beccaria – capelli rossi e occhi di un verde sfavillante – figlia di Cesare, autore del celebre tratto ‘Dei delitti e delle pene’, sposata con il vecchio conte Pietro Manzoni.
Il 30 dicembre 1755 un editto di Maria Teresa d’Austria pose le basi per il futuro amministrativo dei Comuni, autorizzando i possidenti a radunarsi nel ‘Convocato degli Estimati’ (coloro che pagavano gli estimi, in quanto possessori di terreni) per decidere ‘democraticamente’ sulle spese da fare. Il Catasto teresiano definiva, per la prima volta nella storia, quali fossero gli ‘Estimati’ – e per far ciò censì immobili e proprietà agricole con il relativo valore per far pagare le tasse ai ‘ricchi’ e, per quanto riguarda Mozzate, dei 109 proprietari elencati, solamente 7 erano nobili, ma possedevano 85% dei terreni e i Castiglioni facevano la parte del ‘leone’.
Alla morte del padre, Giuseppe II, insieme alla madre Maria Teresa d’Austria, riformò dalle fondamenta quello che ancora si chiamava ‘Sacro Romano Impero’: concesse libertà di culto religioso anche agli ebrei, sottrasse alle gerarchie ecclesiastiche l’istruzione elementare, soppresse molti ordini religiosi che vivevano di elemosina e non pagavano le tasse vendendo i beni mobili e immobili (conventi) alla nascente borghesia.
1806 l’ordine ‘napoleonico’ di costruire i cimiteri fuori dall’abitato. Il 7 dicembre 1818 fu pubblicato il ‘Regolamento per le scuole elementari’ che segnò l’inizio ufficiale dell’istruzione pubblica.
Scrive un parroco: “Il sedicente Governo italiano, ovvero la banda massonica che dal 1846 in avanti distrusse anche quello che era stato risparmiato dalla ferocia francese, e Cisalpina, ma mentre questi operavano a viso aperto la Massoneria tutto ottenne a tradimento”. Anche la gestione del rituale funebre si cercò di sottrarlo alla Chiesa con la legalizzazione della cremazione (1876). Difatti, l’incenerimento dei cadaveri, nato negli ambienti medici (Malachia De Cristoforis, Gaetano Pini) più influenzati dalle dottrine positivistiche, aveva una spiccata valenza anticattolica.
1860: Mozzate elegge il primo Consiglio Comunale. Antonio Bettamacchi è il primo sindaco.
1884: Linea ferroviaria Saronno-Varese che mise le basi allo sviluppo industriale del territorio
Gli Scalini (Gaetano e Enrico) eletti nel collegio di Appiano di cui Mozzate era parte
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: Asili Nido, Acquedotto, Comune del Seprio
Il paese di 2123 abitanti, all’inizio del Novecento, è ‘fotografato’ da un manuale: quattro maestre; una scuola unica; sindaco, marchese Gerolamo Cornaggia; un medico condotto; un farmacista..
Il benessere materiale del quale gode oggi larga parte dell’umanità è dovuto a quella rivoluzione industriale che resta la più grande, anzi l’unica rivoluzione del nostro tempo che portò al superamento del mondo raccontato da Ambrogio Guglielmetti in cui si viveva nelle corti, in cucine fumose, illuminate dal fuoco del camino; latrine nei cortili; stalle basse e calde, dove ci si ritrovava la sera a dire il rosario; scale di beola che portavano ai ballatoi del primo piano…
Tram e ferrovia – Due anni dopo la realizzazione della linea ferroviaria Saronno-Varese venne realizzata la stazione di Mozzate (1884) che garantì un importante collegamento con la città, mettendo le basi all’industrializzazione. La prima ‘fabbrica’ fu la società Ceramiche Piccinelli seguita, due anni dopo, dalla tessitura di cotone Dell’Oglio-Dell’Acqua & C. diventata poi ‘Manifattura di Mozzate’.
La ‘Piccinelli’ (1893-1969). Ora è una vasta area abbandonata adiacente alla stazione ferroviaria, ma un secolo fa era la fabbrica più importante della città. Piero Piccinelli, che veniva a cacciare a Mozzate (nei famosi boschi detti Mirabei) da buon ingegnere chimico notò le qualità del terreno argilloso mozzatese che ritenne adatto alla produzione di grès e litoceramica. Cosa che fece alla fine dell’Ottocento, impiantando il suo primo stabilimento per la produzione di refrattari e ceramica che attraversò buona parte del secolo successivo dando lavoro a tanti.
IL FASCISMO (1926-1945) fusione dei tre Comuni (Mozzate, Carbonate e Locate Varesino) nel Comune del Seprio (1928). L’unione tra i tre Comuni rimase in vigore fino al 1953. Nei primi anni Cinquanta Mozzate riconquistò l’autonomia: fu eletto sindaco Antonio Guffanti seguito da Angelo Pozzi che guidò il paese al tempo del ‘miracolo economico’ iniziato con il nuovo edificio delle Scuole Elementari. Oratore ufficiale fu l’onorevole Mario Martinelli(già ministro delle Finanze, che seguì sempre da vicino l’attività amministrativa di Mozzate e non solo)
Oggi il Comune conta circa 9mila abitanti (ne aveva 1094 nel 1751, 2000 nel 1859, 5000 nel 1980), un aumento della popolazione che indica un maggior benessere
LO STORICO – Antonio Ghioldi pubblicò, nell’agosto 1966, la prima storia di Mozzate dalla quale chi scrive ha preso parecchie notizie.
FOTO la famiglia del nobile Luigi Castiglioni (1757-1832) rappresentata in una tavola appesa nella Villa Scalabrino, sede della Biblioteca civica, dove è avvenuta la presentazione del libro il 12 novembre 2021