riceviamo e pubblichiamo
Varese e Como, 24 gennaio 2022 – La memoria, vaccino contro l’indifferenza: con questo messaggio l’Università dell’Insubria partecipa alla Giornata della Memoria, istituita dalle Nazioni Unite il 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 l’Armata Rossa entrò nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. La professoressa Paola Biavaschi interviene all’evento organizzato da Provincia, Prefettura e Comune di Varese, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Ministero dell’Istruzione e Ufficio Scolastico Regionale, venerdì 27 gennaio nella sala convegni di Villa Recalcati, a Varese, ore 15-17, alla presenza delle autorità, di studenti dei licei cittadini e con la consegna finale delle medaglie d’onore alle famiglie delle vittime.
«La lezione ineludibile della Giornata della Memoria: antisemitismo, negazionismo e odio in rete» è il titolo della relazione di Paola Biavaschi, della quale riportiamo di seguito i passaggi principali.
«Temo di vivere abbastanza per vedere cose che pensavo la Storia avesse definitivamente bocciato, invece erano solo sopite», dichiara Liliana Segre, e un brivido ci percorre da capo a piedi. Odi antichi, mezzi moderni: ciò che si credeva morto, era invece solamente in letargo. D’altra parte nulla come la Rete riesce ad amplificare le paure, le angosce, le avversioni: in assenza di un dibattito e di un contraddittorio autentici, nel web, ove è più semplice che nella realtà disumanizzare e spersonalizzare, pullulano le teorie complottiste e l’odio nei confronti del diverso. Persino la pandemia è stata un ulteriore fattore scatenante dell’antisemitismo: in questi due anni, crisi economica, ansie, sofferenze hanno creato l’humus caratteristico per l’inasprirsi dei contrasti sociali e delle discriminazioni.
E così si moltiplicano narrazioni e teorie cospiratorie che si credevano appartenere solo al passato. Antisemitismo e complottismo pandemico vanno inaspettatamente a braccetto, costituiscono un nuovo e produttivo filone persecutorio cui la Rete può garantire una vastità globale, perché essa ti segue sempre e ovunque. Come in ogni epoca, l’imprescindibile cavallo di battaglia dell’odio antisemita e di ogni forma discriminatoria è in primo luogo la povertà culturale, che può essere nutrita da contenuti semplici, capaci di suscitare emozioni negative. Il Giorno della Memoria non serve solo a narrare un passato di orrori, quindi: è un monito che permette anche di accendere un faro sui pericoli dell’oggi.
«Se si ammettono le parole dell’odio nel contesto pubblico, se si accoglie lo hate speech nella ritualità del quotidiano, si legittimano rapporti imbarbariti. Io l’odio l’ho visto. L’ho sofferto. E so dove può portare. Per questo vado a parlare con gli studenti. Gli racconto un passato figlio dell’odio e del rancore disumano e loro mi ascoltano con un’attenzione di cui non smetto di essergli grata», afferma ancora la Segre, per la quale l’unico antidoto a tale malattia endemica è ricordare: «Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare».
L’Università dell’Insubria propone inoltre una riflessione sul tema «Recupero e ruolo della memoria: formazione, distorsione e negazione» (link per partecipare), organizzata dal Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio martedì 25 gennaio alle ore 14 in modalità webinar.
Il programma prevede: introduzione di Nicoletta Sabadini, direttrice del Disuit; «La memoria dell’Olocausto coscienza collettiva e frammenti di storia familiare con Piergabriele Mancuso; «Memorie e oblio riflessioni a partire da Dante con Paolo Luca Bernardini; «Come foglie al vento» con Riccardo Calimani, scrittore e saggista; «Scrivimi sempre la vita di Tina Bassani» con Gemma Moldi, insegnante e scrittrice.
Giovedì 27 gennaio il Dottorato in Diritto e scienze umane (Law and Humanities) del Dipartimento di Diritto economia e culture organizza un convegno, in diretta streaming dalle ore 17 alle 19 (link per partecipare).
Saluti iniziali di Francesca Ruggieri, direttrice Didec, moderatrice Barbara Pozzo. Interventi: «Diritto e memoria in una società liberale» di Giulio Vigevani, «Comunicazione e pseudoscienza. Il razzismo tra XX e XXI secolo» di Giulio Facchetti, «La Giornata della Memoria in Germania» di Christiane Liermann Traniello e Gabriella Mangione.
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