TURBIGO – Durante la festa di contrada – come quella svoltasi oggi nel ‘Turbigh in Giò’ – è successo di tutto. Trascurando gli imprevisti (mancavano le borsette per le ‘razioni’ della ‘polenta e bruscitt’), quello che maggiormente è contato è stata la socialità creata, avendo avuto come punto di attrazione l’accensione del ‘Balon d’in Giò’ con il ‘muculot’. Forza della tradizione che, dopo due anni di Covid, ha richiamato tanta gente, bambini con i genitori, frecce lanciate nel futuro del nostro paese…Ma ci sono stati anche ritorni al passato come l’incontro avuto con Felice Cedrati, un cognome storico che richiama la Cascina e la Conceria, un turbighese doc dalle cui parole abbiamo sentito il palpito della vita turbighese del tempo che fu.
Felice Cedrati (cugino dell’Adelio, figura storica in quella che fu la centrale termoelettrica dell’Enel) un tempo abitava in Via S. Vincenzo (dove c’è ancora il suo negozio di materassaio), e mentre oggi transitava tra le bancarelle lo abbiamo salutato calorosamente. Lui si è fermato e ha incominciato a parlare della sua vita. Ne aveva voglia, anche se da giovane – ci hanno detto poi – non spiaccicava due parole con i vicini. Classe 1934 ha iniziato a raccontarci il tempo in cui andava a cercare i funghi porcini con suo padre Vincenzo e di averne trovato uno da 2 kg nascosto nel mezzo di un cespuglio. Poi l’evento storico: 42 funghi ‘russit’ (oggi non ne nascono più) scovati miracolosamente in un angolo del bosco e tanti ‘bianchit con la gamba grossa come la cappella’ che si innalzavano nelle sabbie delle sponde del Ticino… un grande ‘fungiatt’ che nel ‘Cavaoss’ aveva trovato la sua riserva che faceva invidia a tanti. Ci arrivava con poche bracciate attraversando un ramo del fiume. Poi gli anni in cui andava a nuotare ai ‘Tre Salti’ dove il ‘rigurgito’- una strana perturbazione che si verificava per il brusco cambiamento della pendenza tra i diversi salti quando l’acqua era alta – lo portò a salvare un giovane legnanese (prendendolo per i capelli) che poi incontrò durante il servizio militare svolto ‘felicemente’ nel 1954 di cui ricordava i vari momenti per filo e per segno. Questo è quanto siamo riusciti ad annotare nell’archivio mentale mentre Felice, lucidissimo, ci raccontava la sua lunga vita trascorsa a Turbigo tra i boschi e le acque del Ticino: ‘Felice’ di aver vissuto quasi novant’anni nel nostro bel paese!
.