Il canale Industriale va inteso come una filiazione del Naviglio Grande, proprio perché furono le ca-ratteristiche orografiche di quest’ultimo a richiamare le attenzione degli ingegneri ottocenteschi. Di fatto i Milanesi che scavarono il Naviglio nel XII secolo non si fecero molti scrupoli per il dislivello dell’acqua, ma cercarono di seguire le diseguaglianze del terreno.
Il Naviglio Grande, dalla sua origine a Tornavento fino a Milano, ha un dislivello di 33, 50 metri anche se sarebbero bastati 7 metri per il normale deflusso delle acque. Proprio questo surplus di energia potenziale richiamò l’attenzione dei progettisti che pensarono di utilizzare questa ‘forza’ an-cora disponibile. Fu scavato un canale, più o meno parallelo al vecchio naviglio, ma con una pen-denza ottimizzata, in modo da avere alla fine del tracciato un salto disponibile da utilizzare per la produzione di energia elettrica green. Il canale denominato ‘Industriale’ fu realizzato nella sua con-tinuità idrografica in tre momenti distinti:
1° tratto: Panperduto-Vizzola nel 1900;
2° tratto: Tornavento-Turbigo nel 1904;
3° tratto: Vizzola-Tornavento nel 1940.
Nel giugno 1900 fu inaugurato ufficialmente il primo tratto dedicato a Vitttorio Emanuele III e, nel settembre 1904, le acque del Naviglio Grande furono deviate dall’alveo secolare – dove scorrevano rapide e inutilizzate – per farle confluire nel nuovo tratto del canale alla fine del quale fu impiantata la centrale idroelettrica di Turbigo. I due tratti, allora esistenti, non risultavano collegati e si dovette aspettare fino al 1940 quando, con la costruzione dell’impianto idroelettrico di Tornavento, si portò a compimento il tratto intermedio dando così continuità alla nuova asta fluviale. Si realizzò così una importante via d’acqua lunga 70 Km che dal lago Maggiore, raccordandosi a Turbigo con il Navi-glio Grande, arriva sino a Milano. Ma non furono realizate tutte le conche necessarie a by-passare gli impianti idroelettrici, per cui il fine ultimo di realizzare la navigazione da Locarno a Milano è an-cora in itinere.
E’ necessario aggiungere che l’idea di raccordare i due tratti già esistenti del Canale Industriale (quello del 1900 e quello del 1904), con la costruzione dell’impianto idroelettrico di Tornavento, ri-saliva al progetto originario. Non fu realizzato subito perché l’energia disponibile era stata riservata dal Governo alla ‘Società delle Strade Ferrate del Mediterraneo’ affinché la utilizzasse per la trazio-ne elettrica della linea ferroviaria Milano-Varese. Sennonché tale società preferì costruire – per una questione di tempi – una centrale termoelettrica a Tornavento che funzionò per un decennio (1901-1912) posta nelle vicinanze dell’incile del Naviglio Grande e le cui fondamenta sono ancora oggi inglobate in una esistente casa civile.
Al Naviri vecc, così si chiama ancora oggi il vecchio tracciato (di proprietà dell’Enel) del Naviglio abbandonato nel 1904, completamente inserito del Parco del Ticino, il quale ‘disegna’ uno dei tratti più lussureggianti del Parco.