Il 9 gennaio 1974 la Regione Lombardia pubblicava la legge per l’istituzione del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Furono uomini e donne del Ticino che si ritrovarono al teatro Fraschini di Pavia nel lontano 1967 e diedero vita ad un movimento d’opinione con l’obiettivo di preservare queste meravigliosa fetta del territorio lombardo che stava per essere assaltata dai predatori. E ci riuscirono per cui ‘rendiamo grazie’ alla loro lungimiranza, ma in particolare al loro amore per la nostra terra. Loro non potevano accettare che un territorio così bello fosse violentato, per cui trovarono la forza di reagire e fecero quello che sempre bisognerebbe fare per opporsi alle storture.
Pionieri di questa iniziativa partita dal basso, anche nelle nostre contrade, furono i Sindaci.
Cuggiono è stato il primo paese del comprensorio ticinese a dotarsi di un piano urbanistico che pose particolare attenzione al ‘verde’ del Parco del Ticino. Era l’inizio degli anni Settanta, il tempo del sindaco Venegoni, che si divideva tra le cure del paese e la responsabilità dell’IACP di Milano. Con lui, con il giovane sindaco Angelo Garavaglia, prese vita una forte partecipazione popolare nell’elaborazione del piano urbanistico capace di vincolare ben un milione e 800 mila metri quadrati di campagna: dal paese al fiume. Infatti, fu nel 1968 che l’Amministrazione comunale incaricò l’architetto Antonio Susini di redigere il Piano. Il professionista seguì l’indicazione ‘politica’ di allargare l’area del Ticino fino a raggiungere il centro abitato e – dopo aver attraversato una serie di assemblee infuocate – riuscì a ottenere il conforto della maggioranza della popolazione. La stessa cosa fece Robecchetto con Induno qualche anno dopo e poi seguirono tutti gli altri paesi della riva sinistra del Ticino.
“La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di un animale inferiore” (Malcolm X). Ricordiamo i primi cinquant’anni del Parco del Ticino.