Vite rovinate da un sistema ‘imballato’, governato da gente che non sa fare il proprio lavoro se dopo tanti anni si arriva a ‘assoluzioni’ senza alcun significato perché i presunti reati erano inesistenti. In questi giorni la Corte d’Appello milanese – dopo cinque anni – ha fatto piazza pulita dell’inchiesta omonima assolvendo gli imputati da tutte le accuse.
Il caso di Giambattista Fratus, già sindaco di Legnano, è uno dei tanti (la stessa ‘manfrina’ era già avvenuta a Turbigo nl 1993, con arresti di sindaco e assessori, ‘liberati’ con ‘il fatto non sussiste’ sette anni dopo) innocenti che fu arrestato nel 2019 per una serie di accuse che dopo cinque anni sono risultate infondate.
Nel frattempo la vita degli indagati (appunto il Sindaco il vicesindaco Maurizio Cozzi, e l’assessore Chiara Lazzarini) è stata letteralmente distrutta e il ‘risarcimento’ sarà addebitato agli italiani, visto che i magistrati non pagano mai niente. Il referendum del 1987 (voluto dai socialisti e dai radicali) è stato vanificato dal fatto che i politici lo hanno snaturato togliendo quella responsabilità civile (che si voleva introdurre nell’ordinamento giudiziario) ai magistrati che sbagliano, anche perché i medici pagano, così come tante altre categorie professionali.
Ci hanno provato in tanti negli anni del berlusconismo a correggere il tiro, ma nessuno è riuscito a far pagare i danni materiali e immateriali ai magistrati che sbagliano. E nemmeno Nordio ci riuscirà. Probabilmente è un privilegio ‘politico’, che la casta ha conquistato e che la democrazia non riesce a correggere, come il recente caso Toti ha dimostrato, dove un presidente di regione – eletto dai cittadini – è stato costretto a dimettersi per salvarsi da un processo lungo è costoso (un milione di euro per pagare gli avvocati!).