Era figlio della turbighese Ernesta Bonomi, sorella di quel Achille Bonomi che lasciò con testamento (1903) diecimila lire alla Congregazione di Carità, allo scopo di ottenere una rendita annuale da devolvere a due povere vedove del paese.
Ernesta Bonomi si sposò con Giuseppe Vigevano, originario di Abbiategrasso, un commerciante che forniva prodotti all’osteria al Segno dell’Annunciata posta sulla riva destra del Naviglio (dov’era insediata quella che chiamiamo ancora oggi ‘Vecchia Dogana’). Giuseppe risulta presente nel Consiglio Comunale turbighese nel periodo del sindaco Tatti (1864-1913).
Dopo lo sposalizio la coppia andò ad abitare in Via Villoresi, dove nacque Attilio che “fece di tutto per rimanere invisibile in questa vita e nell’altra”. Ci riuscì, tant’è che il suo cippo funerario rintracciato dal nostro autore porta solamente il nome ‘Attilio’. Certamente non era uno che intendeva lasciare un segno nella storia.
La ricerca storica del dottor Bruno Antonio Perrone è stata lunga e faticosa (tre anni), anche perché essendo il protagonista un militare per visionare i documenti depositati negli archivi romani sono state necessarie tante/troppe autorizzazioni. L’incipit lo ebbe a Parigi dove, passeggiando lungo la Senna, si fermò accanto ad una bancarella di libri usati e sfogliandolo apparse il nome di Attilio Vigevano nato a Turbigo. Da lì partì l’odissea che l’ha portato – venerdì 22 novembre 2024 – alla presentazione di un’opera che ha un respiro nazionale, tant’è che è stata presentata da una studiosa di chiara fama nel campo dell’intelligence, Maria Gabriella Pasqualini, che ha incantato la vasta platea con le sue osservazioni (interessante la citazione sui ‘piccioni viaggiatori). Innanzitutto ha specificato che cos’è la ‘Raccolta Informazioni’ (sinonimo di intelligence) seguita dall’analisi di quello che arriva sui tavoli che in casi recenti – eclatanti – non è stato correttamente interpretato. I casi delle ‘Torri Gemelli’ e del ‘7 ottobre’ sono sintomatici. L’incontro è stato inframezzato dalla lettura di alcuni passi da parte di Vanna Gobatti.
LA STORIA MILITARE.
Attilio Vigevano frequentò l’Accademia Militare di Modena e iniziò la carriera militare come sottotenente degli Alpini nel 1893, frequentò la Scuola di Guerra, per poi entrare nel Corpo di Stato Maggiore. Partecipò alla Campagna d’Africa Orientale del 1896 e insegnò storia militare all’Accademia Militare di Modena. Durante la guerra italo-turca del 1911 proseguì gli studi presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.
Con la prima guerra mondiale venne assegnato al 7º Reggimento Alpini e affinò la sua competenza in materia di intelligence: lo troviamo, infatti, alla guida dell’Ufficio Informazioni Truppe Operanti della 4ª Armata, di stanza a Belluno, con competenza sul Trentino e sul Tirolo.
Successivamente comandò il 39° reggimento di fanteria cecoslovacco, formato da disertori dell’esercito austro-ungarico,
Con il grado di colonnello fu a capo del Servizio Informazioni Militare (SIM), il primo organismo di intelligence italiano, ufficio che guidò dal 1925 al 1926 proprio perché si era sempre occupato di questo settore dell’informazione. Poco tempo dopo decise di andare in congedo e morì nel 1926 a causa di problemi cardiaci. Fu un prolifico autore di storia militare. I suoi libri sono ancora in vendita su Ebay. Il turbighese Angelo Paratico ne aveva riscoperto per primo la figura e inserito nel suo Ben (Mursia, 2010, p. 32). Il libro è in vendita nelle cartolerie turbighesi.