Nel 1929 scadranno le concessioni detenute da Enel e c’è il rischio che tali centrali idroelettriche ‘tricolore’ possano essere messe in gara, perché ciò è previsto dal famoso Pnnr. Il problema è arrivato in questi giorni in Parlamento e a Bruxelles. Il Governo italiano intende opporsi anche perché l’Italia ha circa 23 Gigawatt di capacità installata per la produzione di energia idroelettrica che – nel 2024 – ha garantito il 40% delle rinnovabili. Gli impianti sono gestiti in concessione assegnata dalla Regione e sulle quali il Comune riceve un canone.
Sul territorio turbighese insistono due centrali idroelettriche che producono energia ‘pulita’ da più o meno un secolo: la centrale ‘Guglielmo Castelli’ (Turbigo superiore) per circa 10 Megawatt e il ‘Turbighetto’ (Turbigo inferiore) per 1 Megawatt, entrambe di proprietà ENEL Greenpower.
IL ‘TURBIGHETTO’ primo esempio in Italia di impianto telecomandato a distanza, senza l’assistenza di personale in luogo. entrò in servizio nel 1922. Il Turbighetto (così era chiamato in tono affettuoso dai vecchi dipendenti della Vizzola che dall’impianto ricevevano un bel stipendio) è alimentato dal canale scaricatore che, derivandosi dallo scarico della centrale idroelettrica di Turbigo Superiore, convoglia in Ticino l’eccedenza di acqua tra la portata dell’impianto e quella di competenza del Naviglio Grande che, dal 1904, inizia il suo corso proprio a Turbigo. Originariamente, in un unico locale era installato il gruppo generatore, mosso da tre turbine Francis (di costruzione Calzoni) che utilizzando il salto disponibile di 5,30 metri e portata di 35 mc/sec metri metteva a disposizione una potenza di un megawatt. Una decina di anni fa l’impianto è stato soggetto a un intervento di revamping che ha triplicato la potenza disponibile.
LA ‘CASTELLI’ fu realizzata nel 1904 modificando il secolare percorso del Naviglio Grand e costruende a tal scopo il primo tratto dal ‘Canale Industriale’. Nella sua storia secolare ha subito due interventi di revamping: il primo dopo la fine della seconda guerra mondiale con i fondi del piano Marshall. L’impianto del 1945 utilizzava un salto di 9,20 metri e la portata di 135 mc/sec, mettendo a disposizione una potenza utile di 10 MW. L’intervento del secondo dopoguerra portò anche alla realizzazione del ‘Canale in Regresso’ per permettere il carico del Naviglio Langosco in sponda destra del Ticino, una volta che le acque avessero prodotto energia elettrica in sponda sinistra. Recentemente (2019), l’Enel ha effettuato un secondo intervento di revamping a parità di potenza.
Le centrali idroelettriche Enel in gara?
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